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Copyright Brusegan Maria Grazia
RAKOV SKOCJAN, uno spettacolo
carsico
Il parco RAKOV SKOCJAN, ovvero la Valle del Rio dei Gamberi, è
un posto "tutto natura", bello e speciale. La mano dell'uomo
c'è ma è discreta, ci sono alcune stradine ma sono
in terra battuta, c'è qualche parapetto ma proprio nei
posti più pericolosi e come edifici c'è solo uno
sperduto rifugio, piccola isola umana immersa in una foresta di
faggi, abeti bianchi e rossi, aceri montani; foresta che nasconde
anche voragini, ponti naturali, erosioni, caverne, il torrente.
Questo luogo straordinario, che racchiude tutti i fenomeni tipici
del Carso, è in Slovenia a circa 60 km da Trieste nella
zona di Postumia. Raggiungerlo è facile, superato il confine
di Fernetti, la frontiera è poco più di una formalità,
si percorre un tratto autostradale verso Lubjana e in meno di
un'ora si è già arrivati.
Qui, più che in altre parti del Carso si può vedere
il lento lavorio dell'acqua. Acqua che entra ed esce dalla terra, scava le
rocce, le graffia, scorre, corrode, si inabissa e, se cambia percorso,
lascia segni vistosi: pareti lisciate, pozzi vuoti, vasche secche
in cui si intuisce l'antico turbinio che le ha scavate.
Il parco abbraccia una piccola valle chiusa, lunga 2 km e in certi
punti larga non più di 200 metri, attraversata dal torrente
Rak.
Nel Carso non è facile vedere l'acqua, che in genere scorre
nel sottosuolo ma, caso raro, a Rakov Skocjan ciò è
possibile per effetto di vari crolli del soffitto della galleria
in cui scorreva il fiume, che quindi è venuto alla luce.
Il torrente si può raggiungere in vari punti attraverso
alcuni sentieri relativamente facili che scendendo di circa una
quarantina di metri.
Per primo visitiamo
il Mali Naravni Most, il "piccolo ponte naturale" di
30 metri, dello spessore di 4 m, sospeso a 55 m dal fondo. Affacciandosi
al parapetto si percepisce l'enorme voragine e la fragilità
di questa fettina di roccia, rimasta precariamente sospesa dopo
lo sprofondamento della volta della caverna.
Un sentiero ripido e a tratti viscido scende fin sul fondo. Via
via la luce cala e anche la temperatura diminuisce. Le pareti
sono coperte da felci e muschi rigogliosi.
Il torrente è soggetto a periodi di magra e allora tutto
è silenzio, ma in primavera l'acqua scorre copiosa e rumorosa
e può essercene così tanta da non poter scendere.
Una volta sul fondo si è impressionati dall'enormità
della voragine, le luci e le ombre aumentano la suggestione, mentre
le chiome degli alberi affacciate sul bordo del baratro addolciscono
la ripidezza delle pareti. Un sentiero pietroso, addossato ad
un fianco della caverna, costeggia il torrente. Il rumore è
fortissimo, l'acqua corre veloce e vivace. Il percorso in un tratto
è anche molto buio, non ci si può distrarre, una
scivolata potrebbe essere pericolosa, poi con un ponte in pietra
si attraversa il Rak e quando si è sopra tutta quella velocità
è particolarmente impressionante.
Un altro momento emozionante
si ha visitando la TKALCA JAMA un enorme buco alto 20 e largo
10 metri. Anche in questa grotta, prima di inabissarsi nuovamente,
scorre il torrente che in questo tratto è particolarmente
impetuoso. Sul fondo c'è pochissima luce, ma sufficiente
per illuminare l'acqua livida e tumultuosa. Si è assordati
dal fragore, che racchiuso nelle pareti della grotta si amplifica
e rimbomba paurosamente.
Risalendo in superficie il frastuono via via si affievolisce e
lentamente si ritorna alla luce e ad un sereno silenzio. Finiti
gli orridi ora ci dedichiamo alla zona dove il torrente scorre
alla luce del sole placido e tranquillo avvolto dagli alberi,
alti, dal fusto forte e dalla fronda rigogliosa nella quale e
frequente scorgere tondeggianti ciuffi di vischio. In un lento
vagare arriviamo in una valletta verdissima, il prato è
così invitante che ci troviamo a finire la giornata comodamente
distesi nell'erba fresca e profumata quasi ipnotizzati dal lento
dondolare delle cime degli alberi che riquadrano un tratto di
cielo decorato da soffici nuvolette bianche dove si intrecciano
i festosi voli serali delle rondini.
Note
Per passare la frontiera è sufficiente la Carta di Identità valida.
Nella zona ci sono varie stradine in battuta ideali da percorrere in bicicletta.
Possibilità di ristoro e pernottamento al rifugio Rakov Skocjan aperto da maggio a settembre.