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Copyright Brusegan Maria Grazia
GIROVAGANDO PER LA SLOVENIA
Un paio d'ore e siamo a TARVISIO, pochi chilometri ed eccoci al
confine con la Slovenia. Il controllo dei documenti è veloce
e senza problemi, una breve sosta all'ufficio di cambio ed eccoci
pronti a "partire".
Il viaggio prevede solo alcune tappe fisse, per il resto ci faremo
portare dal caso. Per ora puntiamo al lago di Bled.
Il tempo si preannuncia bello infatti la mattinata è davvero
splendida, come spesso capita nelle giornate autunnali. I boschi,
ricchi di specie diverse, espongono tutte le tonalità del
verde e del marron, con le fiammate rosso-arancio degli aceri
e il giallo luminoso di betulle e larici. In alto sopra la variegata
distesa di alberi, il candore calcareo del Triglav, con le cime
già spruzzate di neve.
Eccoci al lago, immerso nel verde, calmo, quasi uno specchio che
emana una grande luminosità.
Una passerella di legno consente una passeggiata a pelo d'acqua
e nell'atmosfera immobile e lucente. L'acqua liscia è brevemente
increspata dal lento avanzare di un gruppo di germani reali. Rare
le persone. Un paio di cigni prende il volo con quel loro possente
e spettacolare decollo. In lontananza una pletna (barca
tipica) scivola silenziosamente verso l'isola, su cui sorge il
seicentesco santuario di S. Maria Assunta. Sulla riva ovest la
rupe di 124 metri con il castello, che conserva parti dell'XI
secolo. Da lassù il panorama è vastissimo, particolarmente
aperto verso est, la zona dove siamo diretti.
Tanta luce e spazio finiscono, nella gola del Blejski vintgar,
buia e stretta, un graffio nel bosco dove il sole arriva solo
se trova un buco tra i rami e quando ce la fa l'acqua tumultuosa
si tinge d'oro. Anche qui una passerella in legno consente una
visita assolutamente speciale, il percorso passa da destra a sinistra,
ora sopra, ora a fianco dell'acqua che rumorosamente si esibisce
in gorghi, salti spumeggianti, cascatelle e scrosci. Nei punti
più tranquilli si vedono parecchie trote e ci capita anche
di osservare un merlo acquaiolo. Dopo un paio di chilometro la
gola si allarga e i salti finiscono, il fiume ritorna a essere
lento e calmo.
Dopo Bled una inaspettata sorpresa.
A volte capita, sfogliando una rivista o guardando un poster,
di essere colpiti dalla foto di un paesaggio o di una località
di cui non viene indicato il nome. L'immagine sembra dimenticata
ma l'interesse resta
e a volte succede che l'immagine diventi
reale. Così è successo per Velika planina,
un altopiano a circa 1500 metri con uno straordinario gruppo di
baite poste in una conca molto bella. Si può raggiungere
con una strada sterrata, regolata da orari di andata e ritorno
o con una funivia nel primo tratto e una seggiovia nel secondo.
Ma è certamente piacevole andare a piedi, almeno nella
seconda parte, e arrivare pian piano fino ad affacciarsi sulla
piana.
Dall'alto la visione è perfetta, si può vedere tutto
l'insieme di baite nella loro semplice bellezza, c'è anche
una chiesetta. Le costruzioni sono scure e circondate da un vasto
prato su cui risaltano fortemente. Disseminati qua e la grandi
massi. L'erba è corta e fitta, vellutata, tipica dei pascoli
tagliati con regolarità, particolarmente verde grazie alle
recenti piogge. A parte un basso muretto che serve da base, per
il resto, le case sono completamente in legno. Data la stagione
sono quasi tutte chiude, solo su due si vede un po' di vita. Nonostante
che la temperatura sia ormai decisamente fredda in un giardinetto
a ridosso di una baita c'è ancora qualche fiore.
Logarska dolina, a un passo dal confine con l'Austria, è una delle variabili del viaggio. E' considerata una delle valli glaciali più belle d'Europa e in effetti il suo valore paesaggistico è notevole, non ci sono deturpazioni moderne come spesso si vede nelle nostre vallate e le case sono contenute in piccoli e tranquilli paesi. L'equilibrio che si avverte è dovuto ad un'economia ancora basata sui sistemi dell'agricoltura tradizionale. Per conservare questo valore e la naturalità ambientale è stato istituito un parco regionale che propone anche interessanti visite guidate.
Continuando ad andare verso est siamo
quasi arrivati in Ungheria. Da tempo sono finiti i boschi e i
prati, cosparsi di essiccatoi per il fieno, e sono iniziate le
coltivazioni. Le colline sono tutte drappeggiate da estesi vigneti.
Le montagna diventano colline sempre più basse per poi
appiattirsi completamente nella pianura. La piccola cittadina
medievale di Ptuj, sulle rive della Drava, è proprio
al margine, sull'unica altura il castello domina la scena. In
questa zona, che risulta essere l'insediamento più antico
della Slovenia, si conservano genuine tradizioni popolari. Spettacolari
sono i "kurent", maschere usate nelle processioni e
nelle feste, che si possono vedere nel museo del castello.
Ptuj è il nostro giro di boa, lo spostamento ad est è
finito, è tempo di tornare.
Passiamo per Olimje, dove c'è un castello successivamente
trasformato in monastero, che colpisce per l'inconsueta fantasia
e per i colori con cui l'edificio è decorato.
Il "giro" si chiude al castello di Predjama,
costruito in una caverna, da cui fuoriesce solo in parte, con
facciate esposte sullo strapiombo. Meno vistoso di adesso, nel
XV secolo fu l'imprendibile rifugio di Erasmo Lueger, il Robin
Hood sloveno, che in contrasto con l'imperatore Federico II d'Asburgo
divenne fuorilegge e benefattore dei poveri. Nel tentativo di
acchiapparlo, il castello fu assediato per oltre un anno ma ciò
non servì a prenderlo. Un cunicolo segreto consentiva il
collegamento con l'esterno per gli approvvigionamenti e gli assedianti
venivano beffeggiati dal lancio dei resti dei pasti.
Ma un servo tradì per una borsa di talleri. Erasmo aveva
un'unica abitudine fissa, stessa ora stesso posto (sull'orlo dello
strapiombo), il posto dove "neppure il sultano dei turchi
può mandare un servo in vece sua" e una palla di cannone
ben mirata mise fine alla sua vita temeraria.
La "tana di Erasmo" fu successivamente rimaneggiata
e quello che vediamo ora è il suggestivo castello dei Koblenc,
del 1570.
Boschi variopinti, verdi e soffici prati, quinte di argentee montagne, acque cristalline, cielo blu, tramonti di fuoco, piccoli villaggi raccolti dai tetti rossi e camini fumanti, ecco la bella Slovenia d'autunno.
BUONO A SAPERSI
Castello Predjama visite dalle 9 o 10 / 16 o 19 dipende dalla stagione, chiuso il lunedì, www.postojnska-iama.si
Informazioni Ufficio Turismo Sloveno - Galleria Buenos Aires 1 - 20124 MILANO tel. 02 29511187 02 29514157 e-mail: slovenia@tin.it