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Copyright Brusegan Maria Grazia
ATMOSFERE LAGUNARI
Prima che l'orizzonte si apra si deve
percorre uno stretto canale. Alle rive sono "parcheggiate"
piccole barche di legno che creano tante macchie di colore: verde,
blu, rosso. Sono barche dal fondo piatto, adatte ad acque basse.
Sembrano addormentate, coperte come sono da robusti teli cerati.
Solo qualcuna è in procinto di partire. Uomini solitari
tolgono la copertura, preparano l'attrezzatura, sciolgono i nodi
e silenziosamente e velocemente spariscono dietro la curva del
canale.
Altri arrivano con le barche al traino, un piccolo scivolo consente
un veloce alaggio. Un po' più rumorosamente delle altre,
in poco tempo le barche sono già in acqua, caricate di
persone e cose anche queste spariscono lentamente, dietro la curva.
Le piccole onde, che si formano al loro passaggio, inducono un
ritmico dondolio alle sonnacchiose barche costrette al loro palo.
Nel primo tratto il canale è buio, quasi un tunnel, sovrastato
da alti pioppi e da flessuosi tamerici, che poi via via si diradano,
fino a scomparire.
Dalla piccola imbarcazione la
visione è fortemente limitata: ai lati gli argini, davanti
e dietro un nastro d'acqua. Ogni tanto qualche rara chioma, che
sbuca appena e qualche capanno per cacciatori interrompono la
linearità delle rive. Uno stridulo gabbiano sorvola il
canale, altri lo attraversano. L'aria ha già l'odore di
salsedine.
Sulla riva sinistra la Casa di caccia Figheri (riportata nel Catasto
Austriaco del 1808 come "casa da cacciatore"). Nel Casone
da Caccia viveva il guardiacaccia o "omo del cason",
ma c'erano stanze sufficienti per contenere, nella stagione opportuna,
anche i cacciatori con i loro servitori.
Più avanti gli argini si interrompono:
altri canali si aprono, piccoli ghebbi si perdono nei canneti.
La barena si preannuncia.
Ancora a sinistra il Casone da pesca Figheri.
Ora il canale si allarga sempre più e improvvisamente diventa
un orizzonte d'acqua e cielo con zone di canneto. Ma prima di
avventurarci in quel "deserto" d'acqua, quasi nel timore
di perdere contatto con la terra ci teniamo vicini alla riva,
che in questo punto è solida, alta e massiccia, fatta di
mattoni, recintata con una rete a cui sono aggrovigliati selvatici
rampicanti. Di la dalla rete c'è la valle da pesca, solo
gli uccelli e i pochi addetti possono vederla. Il percorso si
fa tortuoso. Ad un certo punto, dopo una repentina ansa, appare
un edificio incredibile, quasi da favola.
E' Casone Zappa, che non ha certamente le tipiche
forme, semplici e funzionali, dei casoni della laguna. La particolare
architettura sarebbe più adatta a panorami olandesi. E'
stato costruito tra il 1925 e il 1928, in stilo gotico nordico,
appunto. L'edificio, vasto e complesso, è prevalentemente
bianco, con timpani tondeggianti e molte finestre. Staccata dall'edificio
principale, c'è la torretta, con scala a chiocciola, utilizzata
per l'avvistamento della selvaggina e come cisterna per l'acqua.
Sulla facciata principale c'è lo stemma con "tre zappe".
Un pontile consente l'attracco. Chissà se si potrà
scendere? Tutto è chiaramente privato, silenzioso, ben
tenuto e assolutamente disabitato. Anche se non c'è un
vero e proprio recinto ci si sente degli intrusi, sarà
per quelle gabbie vuote - chissà dove saranno i cani? -
o per la cura con cui sono tenute le piante rigogliose e fiorite,
ma la visita finisce presto, è meglio vederlo dall'acqua
questo strano casone.
Con la dimora fiabesca alle spalle, puntiamo decisi a sud, verso
la distesa d'acqua, solo a tratti interrotta da piccoli canneti
al ridosso dei quali stanno mazzi di sbiancate e inoperose reti.
Una garzetta spicca il volo allontanandosi pigramente.
Ci guidano le briccole, provvidenziali
per chi non è molto esperto di laguna, senza di loro la
navigazione non sarebbe per niente facile nell'intrico di velme
e profondi canali.
Seguendo questa "strada" ci avviciniamo
all'enorme "bilancia" di Casone Millecampi, sospesa
nell'aria e vuota, ma capace di abbondanti pesche di cefali, anguele
e sogliole.
Anche Casone Millecampi è riportato dal Catasto Austriaco
del 1808 e la descrizione di "casa di muro da pescatore "
lo identifica come uno dei primi casoni costruiti in muratura,
mentre, a quell'epoca gli altri erano ancora di canna con il tetto
di paglia. Di questo vecchio edificio rimane poco: qualche porzione
di muro e il grande camino nella tipica forma cilindrica con la
canna fumaria dalla bocca svasata. E qui il fascino rapisce.
Il piccolo ritaglio di terra, i ruderi, un prato di statice e
salicornia, suoni tenui, luci diluite, odori salsi sono la sintesi
del piccolo grande mondo della laguna di Venezia che in questa
zona, senza clamori e fasti, offre il suo lato più intimo
e selvaggio, capace di dolci suggestioni e tenui atmosfere.
BUONO A SAPERSI
L'itinerario è possibile solo con piccole barche o canoe
e kaiak (queste ultime rispettano il silenzio e favoriscono l'osservazione
faunistica). Primavera, tarda estate e inizio autunno sono i periodi
migliori. Rinunciare in caso di nebbia o brutto tempo.
Lo scivolo, gratuito, è in località
LOVA, che si raggiunge percorrendo la Romea in direzione di Chioggia.
Qui, sulla sinistra, parte l'omonima canaletta che consente l'accesso
alla Laguna a sud di Venezia.
Percorsa la canaletta, all'uscita in laguna si prende a sinistra,
seguendo la riva, si giunge al Casone Zappa.
Carta nautica della Laguna tipo CARTA NAUTICO TURISTICA 1:50.000
n. 6 Belletti.
Calendario delle maree CENTRO PREVISIONI E SEGNALAZIONI MAREE
del COMUNE DI VENEZIA automatico tel. 0415206344 / 0415207722
informazioni tel. 0412748787.