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Copyright Brusegan Maria Grazia
Assaggi d'Istria.
L'Istria non è poi così lontana.
Due ore e si è al confine. Con un'altra ora si può
arrivare o nel cuore della regione - in posti remoti e solitari
- o in paesetti costieri dove la vita è ancora lenta e
tranquilla, almeno fin tanto che non arriverà la massa
di turisti estivi.
Dopo Trieste, il confine, anzi i confini. Il primo è Rabuiese,
e si è in Slovenia. Il cambiamento è immediato e
vistoso. Di qua, Trieste, che prende tutto il golfo, che lo riempie
di case e industrie, gru, navi, serbatoi. Di la, l'opposto: tanta
terra, poche case. Il paesaggio è bello, mantiene la struttura
tradizionale. Campi piccoli delimitati da siepi, intervallati
da boschetti, piccoli borghi. Tanto verde e silenzio, e di notte
le pochissime luci non guastano il buio profondo.
Abbiamo superato il confine da 10 minuti e sopra di noi volteggia
un'aquila. Dalle macchie chiare sotto le ali si capisce che è
un esemplare giovane. Sta esplorando il territorio.
La nostra meta è Momiano - Momjan, in Croazia,
quindi un secondo confine da superare. Qui i controlli si fanno
ancora, e per fortuna che basta la carta d'identità. Si
rallenta, ci si ferma quasi, il braccio fuori, proteso, i documenti
ben in vista davanti ai vari sportelli, in attesa di un cenno
di consenso o di un ulteriore controllo.
Prima di Momiano visitiamo le saline di Sicciole, ancora
in terra Slovena, alla foce del fiume Dragogna. Le prime notizie
risalgono al XIII secolo e da quell'epoca le saline hanno avuto
inevitabili alti e bassi, un po' come l'acqua che va e viene e
le rende produttive. Verso la fine degli anni '60 del XX secolo
una parte delle 850 ha è stata abbandonata e per quell'area
è iniziata una fase di naturalizzazione. Sono decine le
vecchie case dei salinai, sparse e semi diroccate, un paio di
queste sono state restaurate e rese sede museale, per capire come
si viveva e come avveniva la lavorazione, la raccolta e lo stoccaggio
del sale. Qui, a differenza del sud Italia, il sale veniva riparato
all'interno delle case e non lasciato fuori con la tipica copertura
di tegole. Nonostante l'ambiente sia difficile, non mancano le
piante, quelle tipiche dei terreni salini, le più conosciute:
salicornie, salsole, limonio, ma anche tante altre, tra cui 45
rare e tra queste il Giacinto Romano, il più minacciato.
Per quanto riguarda gli uccelli, come sempre le zone umide e ricche
di nutrimento sono una vera pacchia per moltissimi volatili, soprattutto
d'inverno. In primavera ed in autunno grandi stormi si riposano
durante le lunghe migrazioni.
La giornata è fresca e ventosa, per il pranzo al sacco
è necessario trovare un posto riparato. A Momiano
la chiesetta di San Rocco fa al caso nostro. Appoggiati al muro,
di blocchi di arenaria, ci facciamo scaldare dal sole. Tralasciamo
le rovine del castello, sede a suo tempo di una importante signoria,
perché siamo interessati ad un fenomeno naturale: il più
importante affioramento di flysch dell'Istria. La zona è
collinosa, qui crescono bene l'ulivo, alberi da frutta, cereali
e la vite. Famoso è il moscato momianese, che era gradito
anche da Francesco Giuseppe in persona.
Dalla chiesetta, percorriamo un breve tratto della Valle dell'Argilla,
poco dopo, ben nascosto, tra colline e boschetti, ecco apparire
l'affioramento di flysch, argille cioè, che sotto l'azione
dell'acqua vengono messe a nudo e scavate. La zona, che è
abbastanza estesa, presenta un paesaggio molto particolare, in
alcuni tratti desertico e lunare. Risalire il pendio, liscio e
ripido non è facile, in certi punti il passaggio si fa
rischioso - nulla più che una breve scivolata ben inteso
- ma cadere su un simile terreno, così ruvido e duro potrebbe
non essere gradevole e allora conviene tornare indietro. E' interessantissimo
"perdersi" in questo labirinto, alla ricerca di forme,
luci, ombre, prospettive, impronte, senza annoiarsi.
In cima alla salita ci aspetta un bel vigneto di moscato che stuzzica
la nostra curiosità gastronomica. Cosa c'è di meglio
che finire la giornata in bellezza con un buon bicchiere di vino.
Siamo sulla Strada del vino del Buiese, e vista l'ora si potrebbe
anche assaggiare qualche specialità. E qui la scelta si
fa dura: tagliatelle con il tartufo o fusi con la gallina, prosciutto
istriano o frittata con gli asparagi selvatici?.
BUONO A SAPERSI
- E' necessario un documento valido per l'espatrio. E' sufficiente
la carta d'identità
- Sicciole. Le saline di Sicciole per il loro alto valore
naturalistico e culturale sono inserite nell'elenco delle località
Ramsar (Convenzione Internazionale del 1971, accolta dall'Unesco,
per preservare e conservare le zone umide più importanti
del mondo).
Museo delle Saline aperto da Aprile a Novembre 9-12, 15-18.
Informazioni: Istituto intercomunale per la tutela dei beni naturali
e culturali di Pirano Piazza Fratellanza 1 tel 386 0 66 75676
75968 o Museo del mare 385 0 66 746826
Accesso: superare l'omonimo confine di stato, girare a destra
e prima della dogana Croata prendere lo sterrato che conduce al
Museo delle Saline