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Copyright Brusegan Maria Grazia
I PESCI DI STARA BASKA.
Non saranno i famosi e smaglianti pesci del Mar Rosso. Ma luminosi
SI, come una cometa e sfuggenti SI, come i sogni e compatti SI,
come la Via Lattea. Sono un piacere, un simpatico incontro.
Girano in branchi questi semplici pesciolini, argentei, come appena
lucidati.
Stanno subito sotto il pelo dell'acqua e riflettono la luce come
piccoli specchi.
Quando pensi di poterli toccare, tutti, incredibilmente - quasi
fossero un unico corpo - improvvisamente cambiano direzione e
ti trovi solo.
Il mare di Stara Baska è così: trasparente
e pieno di vita. Anche volubile, come tutti i mari. Basta un po'
di vento che subito si arriccia e poi si raffredda.
Ma quando è liscio e caldo si può giocare a fare
i pesci. Non certo disinvolti come i pesci veri e magari anche
un po' ridicoli, così combinati con pinne, maschera e boccaglio.
Ma è un gioco appunto e magari i pesci si divertono pure.
E quali opportunità danno questi semplici strumenti! La
maschera apre un mondo, svela quello che una superficie più
o meno blu, più o meno liscia nasconde.
Non solo pesci quindi, ma molluschi, alghe, riflessi e giochi
di luce, e colori e forme e silenzio.
Una seppia, un polpo e le loro strategie di fuga. Il mimetismo
di un granchio. L'impassibilità di un riccio. Conchiglie
madreperlacee ammiccanti sul fondo.
Come tutti i giochi, anche quello di fare il pesce finisce. Recuperata
terra e la più familiare condizione eretta, non tardano
a manifestarsi nuove curiosità.
Dalla nostra posizione in riva al mare, all'interno di una baia,
tanti sono i motivi di curiosità: che scopo avranno tutti
quei muretti a secco? che alberi saranno quelli lassù?
come sarà il tramonto dalla cima di quel monte? cosa ci
sarà dopo la punta?
C'è da dire che in piena estate anche i più curiosi
devono aspettare le ultime ore del pomeriggio per poter affrontare
visite o escursioni. Il sole e il caldo sono fortissimi e irrefrenabili,
in questa parte dell'isola gli alberi sono una rarità.
La vegetazione, quando c'è, è bassa e spinosa. Raramente,
prodigiosi minuscoli prati. Un ristoro per gli occhi dopo tanta
pietra.
Oltre al mare appunto, l'altro elemento predominate è la
roccia. Il calcare di questi bassi monti (raggiungono al massimo
i 500 metri) è forgiato, corroso, dalla forza della Bora,
che nasce proprio qui nel Quarnaro. Questa è la prima terra
che incontra e qui la sua forza è ancora intatta e devastante.
Gli effetti sono vistosissimi: aridità, profondi solchi
nella roccia, i pochi alberi implacabilmente piegati.
Nei pendii più esposti la roccia è completamente
a nudo, affilata e tagliente come rasoi. Camminarci sopra, richiede
un buon esercizio di equilibrismo e suole robuste.
I monti sono divisi da profonde valli che, quando c'è,
portano l'acqua piovana al mare. In questi casi si formano bellissime
baie sabbiose dove ci si può sdraiare senza dover subire
le asperità degli scogli e dove fare un bagno non significa
dover subito affrontare le acque profonde. Altrettanto belle e
ricercate sono anche le piccole insenature piene di ciottoli,
con relativa scogliera, preferibilmente deserte.
Ma per chi non dispone di una barca come fare a raggiungerle?
Be! una soluzione si può sempre trovare e ognuno può
cercare quella più adatta: a nuoto (se la baia è
vicina e se si ha fisico); con materassino gonfiabile (che può
essere caricato con tutto il necessario per star fuori una giornata);
sfidando la sorte (abbiamo ripetutamente visto un piccolo gommone
stracarico - contate fino a 13 persone + ombrelloni e viveri).
Oppure con la canoa. O a piedi, per chi è disposto ad affrontare
lunghe e scomode camminate su ruvidi sentieri, costruiti per altri
scopi, in tempi diversi da questi. Il panorama ripaga della fatica,
ecco allargarsi l'orizzonte, nuovo mare, altre coste e lontani
profili di monti. Sentieri che ora sanno di vuoto e di abbandono,
come il rudere di quella chiesetta, là, sulla punta. Testimoni
di un passato denso di vicende, di fatica e di umana sopportazione.
Muretti a secco dividono i pendii e gli stentati pascoli per pecore
e capre, che più che a vederle se ne avverte l'odore, le
tracce, i belati. Poi basta, silenzio e vento. E qualche grido
di gabbiano.
BUONO A SAPERSI
Itinerario in auto : Trieste per autostrada A4, poi a Fiume per
statale n. 12 con attraversamento della Slovenia, proseguire lungo
la costa verso sud per circa 35 km, quindi deviazione per l'isola
di KRK, collegata alla terraferma con un ponte (pedaggio).
Stara Baska è sul lato sud-ovest dell'isola.