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A CERCAR CASTELLI!

Non è difficile trovar castelli, anzi direi che è molto facile, magari tenendo conto di alcuni accorgimenti.
Primo: nella ricerca si è favoriti se, dove si cerca, sono disponibili dei rilievi - almeno delle colline; in pianura l'avvistamento è decisamente più problematico.
Secondo: è necessario guardare in alto e cercare dei merli.
Certo, non tutte le colline hanno castelli o torri, ma, se alzando gli occhi dal fondo valle vediamo apparire una bella fila di merli il gioco è fatto.
Visti! Che fila e che merli!
Ci siamo, ora non ci resta che individuare l'accesso - cosa non sempre facile - ma ormai si tratta di un dettaglio.

La stradina gira un po' e poi finisce. Intanto il castello è sparito.
Un boschetto, neanche tanto grande, ma pieno di rami e tante foglie si è impadronito delle mura e non le vuole mostrare, non ci resta che incamminarci lungo l'unico sentiero sperando che qualche radura ci conceda un po' di panorama.
Rieccolo finalmente.

E' CASTEL BESENO, il più grande dei castelli medievali trentini e uno dei più vasti d'Europa. Ben piantato sulla sua collina, domina l'incrocio tra la Valle dell'Adige e la valle del Rio Cavallo da cui si accede all'altopiano di Folgaria. Fu costruito per controllare un'area altamente strategica per il controllo militare, stradale ed economico.
Come è successo a tutti gli edifici antichi, anche Castel Beseno è stato rimaneggiato varie volte. La sua storia inizia nel 1171, i primi proprietari furono i Da Beseno. Nel 1304 passò ai Castelbarco, simpatizzanti di Venezia, che la appoggiavano nel progetto di espansione in Trentino.
Per recuperare potere sul territorio il Principe Vescovo di Trento - signore della zona - nel 1470 passò castello e feudo ai conti Trapp, provenienti dalla Stiria e assolutamente fedeli all'imperatore, che lo tennero fino al 1973.
Molte le battaglie. La più tragica fu quella di Calliano, nell'Agosto del 1487, in cui Venezia dovette rinunciare alle sue mire su Trento. L'esercito imperiale, grazie ad innovative tattiche militari vinse sulle vecchie tecniche di cavalleria. Per Venezia le perdite furono grosse: seimila tra morti e feriti. Morì anche il comandante, il famoso Capitano di ventura Roberto da Sanseverino.
Tanti altri furono i fatti d'arme che coinvolsero il castello: le guerre con i Veronesi nel XII secolo; l'assedio nel 1456 da parte del Principe Vescovo in persona: Giorgio Hack, per eliminare dalla scena i "poco affidabili" Castelbarco. Per finire, nel 1796 fu preso dalle truppe napoleoniche che lo depredarono.
Nel 1800, persa la sua funzione strategica, fu abbandonato e per mancanza di cure e manutenzioni finì in rovina. Fu deturpato da crolli e avvolto da una fitta vegetazione, finché nel 1974 fu donato alla Provincia di Trento che, con un lungo restauro, lo riportò al suo antico splendore.
Quella che vediamo ora è la sistemazione data nel 1513. A seguito di un incendio, i Trapp lo ammodernarono, aggiungendo alcune parti residenziali e difensive che tenevano conto del recente uso delle armi da fuoco.
Ma è ora di entrare.
Per accedere al nucleo centrale 'la cittadella fortificata' si devono superare due cinte murarie e robusti bastioni semicircolari con un buon numero di bombardiere.
Valicata la seconda porta, a destra c'è il piccolo edificio del corpo di guardia, subito dopo un'apertura tra le due cinte di mura immette in un grande prato, così verde e così folto che non si può resistere al desiderio di togliersi le scarpe e lanciarsi in una bella corsa a piedi nudi. Ora è chiamato "Campo dei Tornei", ma la sua funzione era quella di garantire l'inaccessibilità alla fortezza nella sua parte più vulnerabile. Adesso, in questo affascinante luogo, annualmente, in occasione della manifestazione "All'Armi All'Armi" vengono allestiti gli accampamenti militari, per una ricostruzione storica della pratica delle armi e della vita a castello di cinquecento anni fa.
Un selciato conduce alla porta 'scura', la terza. Sulla sinistra un possente bastione con lo stemma dei Trapp con rappresentata un'Otarda, un uccello rapace: Trappe in tedesco.
La porta scura era uno strategico strumento di difesa: dotata di tre saracinesche (che venivano aperte alternativamente), profonda, buia, con il pavimento in salita e con andamento curvo: una vera trappola.
Superatala, non senza un po' di timore, si accede ad una serie di cortili circondati da edifici di servizio e padronali.
Le caditoie sopra le porte, da cui veniva fatto cadere piombo fuso e olio bollente e le archibugiere consentivano la difesa interna del castello che del resto era autosufficiente, essendo dotato di cucine, forni, pozzo, cantine e magazzini, in grado quindi di resistere anche a lunghi assedi.
Quale e quanta fosse l'area dominata dal castello lo si capisce salendo ai camminamenti di ronda. Qui la sosta è piacevolissima, il panorama è vasto, va da Trento a Rovereto.
Il luogo solitario e isolato, indugia a vagare lentamente, senza fretta lasciandosi permeare e suggestionare dalla lunga storia di questo maniero.
Quando sazi di silenzio e fantastiche sensazioni decidiamo di scendere a valle, un altro luogo speciale ci aspetta:

l'Eremo di San Colombano, quasi schiacciato dall'enorme parete dove è stato collocato. Il santuario, che risale al Medioevo, occupa una piccola grotta, a picco sul torrente, dove Colombano si ritirava a pregare.

Dalla strada che va a Vicenza la visione è splendida. L'edificio è un gioiellino, ma quello che mi ha particolarmente colpito è la bellezza della strapiombante parete e i suoi inverosimili colori, disposti in righe verticali, a riempire quella deserta verticalità.

Per riaverci da tutto lo stupore della giornata e fissare meglio le immagini ci ricordiamo di essere nella terra del rosso Marzemino e ci ritroviamo seduti ad un tavolo in una piazzetta di Rovereto, a sorseggiare un calice di questo fresco vino. Assaggiatelo e non lo dimenticherete.

 

BUONO A SAPERSI
Informazioni:
APT Rovereto e Vallagarina Via Dante 63 - 38068 Rovereto TN - tel. 0464 430363
www.apt.rovereto.tn.it

Come arrivare e orari:

Castel Beseno

Aperto tutti i giorni, tranne il lunedì, dalle 9 alle 17.30. Costo biglietto L. 6.000
Per gli spettacoli: Castel Beseno tel 0464 834600 www.trentinocultura.net
Del restauro si può vedere una piccola mostra fotografica e un filmato all'interno del castello

San Colombano: da Rovereto prendere la strada per Vicenza, dopo Strambileno, 2/3 km a dx indicazioni, seguire la stradina in discesa fino al parcheggio.
Apertura: la domenica da Aprile ad Ottobre ore 14.00 - 18.00.