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Copyright Brusegan Maria Grazia
"LUM"
Luce. Ce n'era proprio tanta quella domenica mattina.
Pioveva da giorni, ma quella domenica inaspettatamente - per chi
come me non consulta le previsioni metereologiche - un gran bel
sole.
Un sole nitido, caldo, corroborante, per una delle più
ben riuscite giornate autunnali. E poiché tutto era ancora
ricoperto d'acqua, milioni di goccioline, sospese su ogni superficie
disponibile: filo d'erba, fronde di alberi, fili della luce, raccoglievano
la luce e la riverberavano rendendo la mattinata sfavillante come
poche volte capita di vedere.
In tutta questa luminosità ogni elemento emergeva nitido,
ogni chioma d'albero si distingueva perfettamente dalle altre
e ciò è un bel dire visto che quelli di cui stiamo
parlando sono gli alberi del Cansiglio. Qui di alberi ce ne sono
davvero tanti. Il famoso "bosco da reme" della Serenessima
è il più importante complesso boschivo delle Prealpi
veneto-friulane e, pare, la seconda foresta italiana.
Arrivando a Pian Cansiglio lo stupore è grande. Immediato
il senso di vastità dato dall'enorme prato, poi la sensazione
avvolgente della corona di monti boscosi e ancora l'orizzonte
roccioso dei monti dell'Alpago, un anticipo delle vicine Dolomiti.
Il bosco è invitante. Incredibile, in tutta quella massa
si percepisce ogni singolo albero, i tanti abeti rossi, qualche
abete bianco, ma soprattutto faggi. Verde cupo i primi e ormai
rossi gli ultimi. Ogni faggio veste un rosso particolare, decine
centinaia si sfumature di rosso.
Saliamo di poco ma ciò basta per poter individuare molti
interessanti dettagli della prateria che proprio liscia non è,
anzi la superficie è come scavata e depressa. Quelle buche
in realtà sono doline, il segno superficiale della grande
attività carsica sotterranea. Le lucenti piccole pozze
d'acqua, quasi dei catini, che qui chiamano "lame" una
preziosa riserva d'acqua per gli animali. E ancora steccati, alcuni
edifici, le stalle, i ristori. Più in fondo il campo da
golf e poi foresta.
Il prato è finito e il percorso entra nel bosco. La luce
si riduce immediatamente, le chiome sono come un tetto, viste
da dentro sono tutta un'altra cosa, qui sono importanti i tronchi,
lunghi e dritti con la chioma "a pennello" alta alta
sopra le nostre teste.
Un breve tratto e si arriva al Vallorch il minuscolo villaggio
cimbro, qui c'è un'osteria dove si può anche mangiare.
Le case hanno il tetto molto spiovente e l'orto con dentro tutto,
verdure e fiori.
Riscendiamo alla piana per attraversarla, dall'altra parte un
luogo particolarmente misterioso ci aspetta.
Il Bus de la Lum (l'inghiottitoio delle fiammelle) un incredibile
voragine piena di mistero ma anche ricca di valore scientifico,
naturalistico, storico.
Nulla però è veramente ben certo di questo posto.
La profondità attuale è di 185 metri ma nel 1924
risultava di 225. Anche la storia si fa nebulosa, tanto si è
detto sul numero di persone fatte precipitane sul fondo della
voragine durante l'ultima guerra. Dai vari rilevamenti fatti sembra
siano stati ritrovati 33 cadaveri. E anche per quanto riguarda
l'ipotetica esplosione della cavità fatta per occultare
i morti le cose raccontate e i rilievi fatti contrastano. E l'acqua
che qui si infiltra andrà veramente nel Livenza?
L'enorme buco, anche se recintato, è impressionante e può
certamente suscitare paure e suggestive visioni. E poiché
posti come questo non mancano certo di leggende e fantastici personaggi
invitiamo i più coraggiosi a visitare il Bus de la Lum
di mattina molto presto o di sera all'imbrunire E' in questi due
momenti che si possono vedere le Anduane, le tremende streghe
con capigliatura di chiodi e lunghe zanne, cattivissime con gli
umani (ne avrebbero tante buone ragioni tanto si è detto
e tanto si è fatto in questo posto). Al mattino presto,
protette dalla foschia, partono verso il Lago di Santa Croce per
lavare i panni, in cerca di cibo (preferibilmente teneri bambini)
e di legna. Rientrano solo al tramonto e più tardi, quando
è ormai buio, dal buco si alzano le sinistre fiammelle
dei fuochi accesi per arrostire le tenere prede.
BUONO A SAPERSI
Per arrivare: autostrada uscita Vittorio Veneto, seguendo le indicazioni Cansiglio si passa per Fregona.
Da visitare in zona: Centro Etnografia Cimbra a PIAN OSTERIA, Museo Ecologico a PIAN CANSIGLIO, Museo di Storia Naturale a CHIES. Case a gradoni di CHIES, BORSO DI TAMBRE. Chiese, chiesette a GARNA, PLOIS, FARRA, CHIES, IRRIGHE, FARRA,Informazioni e Indirizzi:
APT: Belluno 0437 940083 - Tambre 0437 49277