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Brusegan Maria Grazia


Una giornata al fiume


Se una mattina di primavera, alzandovi e aprendo alla luce, sentirete che una gran voglia di muovervi fa prudere i piedi, allora: salite in macchina e partite.
Ma non prima di aver caricato amici e parenti, degli ottimi panini imbottiti, frizzanti bevande e, particolarmente consigliata, una robusta bicicletta.
E' il fiume Brenta la nostra meta.


L'auto può facilmente essere evitata da chi decide di percorrere i 35 km i strada per arrivare a Carturo.
Individuato il ponte omonimo, scarichiamo cose e persone e partiamo seguendo la riva destra (orografica).
I primi cento metri sono su strada bianca, ai lati campi coltivati; ad una repentina curva a destra lo sterrato diventa viottolo, la vegetazione aumenta e ci immergiamo nel boschetto che costeggia il fiume.
Per quelli in bici il percorso si fa particolarmente interessante: piccole cunette, saliscendi, ampie curve e grandi pozzanghere da superare. Il percorso non è obbligatorio e lascia ampio spazio per varianti personali.
Superiamo una coppia di persone che cammina velocemente, ma ciò non ostacola il loro parlare.
La nostra corsa non dura molto, ora la riva è priva di vegetazione e alta sopra il fiume, richiede una sosta.
L'altra sponda non è distante, una riga di pioppi la delimita nettamente, anche se l'effetto specchio falsa un po' la realtà.
L'acqua scorre veloce, a tutto vantaggio di due canoisti con i quali scambiamo qualche rapida battuta. Anche se ormai il giovane torrente è diventato un fiume adulto, in questo tratto mediano mantiene ancora parte della originaria esuberanza.
Irriconoscibili e invulnerabili motociclisti ci sorpassano più volte. Moto senza targa, tuta e casco integrale annullano ogni fisionomia. Forti di questa impenetrabilità poco rispettano ambiente e persone. La velocità è sostenuta, incrociandoci tendono ad accelerare.
Altre moto con targa lasciano capire la loro provenienza TN-VI-VR, evidentemente il posto è rinomato.
A chi sarà rivolto quel cartello che avverte di essere in un'area naturale protetta dalla Legge? Forse con qualche controllo in più…chissà?…
Un po' oltre, il terreno è ancora aperto; davanti a noi un fagiano, ci fermiamo per poter ammirare il variopinto, coloratissimo piumaggio. Al nostro tentativo di avvicinarlo scappa tra l'intrico di erbe secche e rovi.
La riva si abbassa, il fiume si allontana, radi alberi punteggiano un prato. Il posto si presterà magnificamente per un futuro pic-nic. Ripartiamo, il sentiero si biforca: a destra, un piccolo guado per i più grintosi; a sinistra la traccia si mantiene asciutta e senza imprevisti.
Il percorso alterna tratti con vegetazione spontanea a zone dove la mano dell'uomo è calata pesantemente. Alcune grandi cave alterano la naturale fisionomia del fiume, ma col tempo la natura sa mediare, infatti nel laghetto della vecchia cava alcuni svassi nuotano e pescano, incuranti dell'origine di quell'acqua tranquilla.
Pioppi, robinie, ontani hanno le gemme ingrossate, ormai pronte all'esplosione primaverile. I salici, più esuberanti, non sanno aspettare, e la loro luminosa fioritura accende le rive ancora spoglie. Anche le solari farfare sono precoci e danno il via alle prossime fioriture. Particolarmente vistosi in Maggio i grappoli blu delle Buddleie che attirano sciami di farfalle.
Siamo ormai in vista del ponte ferroviario, poco prima il gasdotto riempie il paesaggio con l'intricata impalcatura di tubi e tralicci. Il ponte di Carmignano ci fa superare il fiume, siamo al giro di boa, faremo ritorno sulla sponda sinistra. Prima di riprendere l'argine dobbiamo aggirare un deposito di ghiaie, subito dopo una stradina riporta verso il fiume.
Da questa parte l'acqua lambisce la riva bassa, la vegetazione è interrotta da banchi di ghiaia. Sole caldo, serena tranquillità, evoluzioni di gabbiani: ci prende un dolce torpore, distesi sulle ghiaie gustiamo il bel momento. Osserviamo silenziosi pescatori immersi nella debole corrente.
Con un grande sforzo riprendiamo l'attività. Siamo all'altezza di S. Giorgio in Brenta, per comodità decidiamo di finire il giro seguendo la strada che in pochi chilometri ci porta al punto di partenza.

BUONO A SAPERSI:
Carturo dista da Dolo circa 35 km. La strada più diretta passa per Padova: prendere per Bassano, dopo Limena bivio per Piazzola sul Brenta, da qui circa 6 km.
Tempi:
per il percorso descritto (soste comprese) di km 15, in bicicletta da fuoristrada ore 4.
Libri utili:
IL FIUME BRENTA Itinerari a piedi e in bici da Tezze a Stra - di S.di Benedetto - Ed. Tamari Poket-3
VIE D'ACQUA DEL VENETO Itinerari tra natura e arte - di F.Vallerani - Ed. La Galiverna
LE ZONE UMIDE DEL VENETO - G.Rallo, M.Pandolfi - Ed.Muzzio